Qualcuno ha detto diabete e calcio?
Il calcio è uno sport di tipo aerobico anaerobico massivo, ciò vuol dire che a livello metabolico interessa tutti i substrati energetici poiché è uno sport che ha all’interno la componente aerobica quindi utilizzo prevalentemente dei grassi, e la componente anaerobica pura e la mista quindi l’utilizzo da parte del corpo di substrati energetici di tipo glucosio e atp e fosfocreatina. Questi substrati hanno un interazione in base alla durata dello sforzo, nei primi secondi fosfocreatina e atp, subito dopo glucosio ed infine dopo alcuni minuti lipidi.
Ovviamente incide oltre che la durata dello sforzo e l’intensità dello stesso, ciò varia anche a seconda della posizione tenuta in campo. Fatta questa premessa sul tipo di attività che si andrà ad affrontare bisogna parlare delle interazioni tra attività e diabete, le linee guida da seguire sono sempre le stesse e riconosciute dall’ADA, ma come ben sappiamo ogni persona con il diabete durante una qualsiasi attività incappa in moltissimi imprevisti (ipo e iper), questi sono da limitare soprattutto praticando un’attività come il calcio la quale utilizza tutti i metabolismi energetici e di conseguenza ha anche un’influenza nel post attività.
I consigli sono quelli di misurare la glicemia nelle ore precedenti ad un allenamento o una partita e adeguare le dosi di insulina a seconda del trend glicemico per evitare un ipo durante allenamento o partita.
Un trucco può essere quello di mettere all’interno del pantaloncino un gel di glucosio per evitare qualsiasi problema e poi tra primo e secondo tempo correggere con calma.
Per le iper invece, prima di un allenamento o una partita controllare la glicemia e correggere senza esagerare con l’insulina, ovviamente non potendo portare con se telefono o glucometro l’unica strategia è quella di rientrare nello spogliatoio a metà partita e correggere se l’iper non è scesa da sola.
Calciatore di riferimento con diabete: B. MAYORAL
Con o senza il diabete devi conoscere come prepararti per evitare infortuni.
Rischi dovuti all’Attività Fisica
L’attività fisica come ogni medico suggerisce, fa bene al corpo e all’anima. Bisogna però capire che se non si è mai fatta nessun tipo di attività fisica il rischio di farsi male c’è. I rischi di infortunio sono soprattutto muscolari e articolari; i più frequenti per gli infortuni muscolari sono: contratture, stiramenti muscolari e strappi muscolari, dovuti molto spesso ad un eccesso di attività fisica senza rispettare i dovuti riposi.
Altra tipologia di infortuni sono quelli articolari ed i più frequenti sono le lussazioni, ovvero le articolazioni perdono la loro compattezza momentaneamente, per poi incorrere in infortuni gravi come le fratture ossee.
Discorso diverso è per l’attività agonistica, poichè il rischio di incappare in infortuni è molto alto, poiché i gesti le intensità e le durate sono molto aumentate e di conseguenza la possibilità di incappare in un infortunio di tipo articolare o muscolare sono molto elevate.
Cosa fare per limitare il rischio di infortunio?
Fare un riscaldamento globale che interessi tutti i distretti del corpo, il riscaldamento deve essere graduale per intensità, ovvero iniziare in modo blando per terminare il riscaldamento con un intensità abbastanza alta. Questo per portare il corpo a livello cardiovascolare e osteoarticolare pronto ad affrontare l’attività che dovrà affrontare. I riscaldamenti suggeriti sono di solito o la bike o il treadmill, ma anche il vogatore e se non si ha a disposizione nessun macchinario l’esercizio globale ideale è il burpees.
Altro suggerimento è quello di conoscere il proprio stato di salute, perché altrimenti si tende a strafare e facendo ciò il rischio di infortunio aumenta di tantissimo.
L’attività fisica ovviamente è sempre consentita ma è buona norma effettuare una visita dal medico sportivo per ottenere l’idoneità fisica, a maggior ragione se si ha intenzione di partecipare a gare o competizioni, le quali senza idoneità non sono permesse.