Surfare sulle onde del diabete di tipo 1


 

Oggi Immanuel ci porta la sua esperienza e i suoi insegnamenti. Ci porta un assaggio di questa vita con il diabete, che non è altro che la vita stessa.

Parlaci un po’ di te, chi è Immanuel?

Mi presento, sono un ragazzo di 26 anni, originario di Pesaro, una bellissima città di mare nel Nord delle Marche ma trapiantato in Veneto (fino a data da destinarsi). È proprio in Veneto infatti, nonostante tutte le difficoltà del vivere lontano da casa, che mi sono laureato (Business Administration) e che sto lavorando (Project Manager per l’Università di Padova). Se dovessi definire la mia vita direi che è una vita assolutamente normale ma è proprio questo che la rende estremamente speciale. Riuscire a surfare sulle onde della glicemia dal 1997 e riuscire a raggiungere i propri obiettivi personali non è sempre così facile.

Quando e com’é arrivato il diabete alla tua vita? Come sono stati i tuoi primi passi in questo nuovo mondo?

Quando mi è stato diagnosticato il Diabete di tipo 1 avevo poco più di due anni, di preciso era il 10 Giugno 1997. Ci convivo da più di 24 anni e la nostra relazione ha avuto alti e bassi (come ogni rapporto che si rispetti). Ovviamente non ricordo nulla del mio esordio o dei momenti precedenti ma quello che mi rimane sono i racconti delle persone che mi hanno accompagnato dall’inizio e che tuttora lo fanno. Sulla base dei loro ricordi devo dire che il primo impatto non è stato dei migliori. Avevo cominciato ad avere i classici sintomi del diabete (poliuria, polidipsia, sonnolenza, dimagrimento…) ma inizialmente nessuno ci aveva dato troppo peso. Dopo diversi giorni passati in quelle condizioni, i miei genitori hanno cominciato a preoccuparsi e la vicina di casa ha insistito per misurarmi la glicemia (la suocera aveva il diabete di tipo 2). Risultato della misurazione: HI.

Nessuno sapeva cosa volesse dire e così mi portarono all’Ospedale di Pesaro per dei controlli. All’epoca il diabete di tipo 1 non era così conosciuto e diffuso e in ospedale c’era una forte disperazione nei confronti della mia situazione. Non avevano riconosciuto il problema e dissero ai miei che non avrei superato la notte. Dopo lo sconforto iniziale i miei decisero di portarmi in un altro ospedale, quello di Ancona, il più grande delle Marche. Una volta arrivato lì mi portarono in diabetologia dove mi somministrarono la prima dose di insulina di una lunga serie. Da quel momento è ufficialmente partita la mia vita con il Diabete.

Cosa ti piacerebbe modificare della vita con il diabete? E cosa ti ha insegnato questa vita con il diabete?

Della mia vita con il diabete mi piacerebbe cambiare diverse cose in realtà. Ad esempio vorrei poter staccare la spina definitivamente qualche volta o mi piacerebbe non aver vissuto alcuni momenti traumatici come crisi di ipoglicemia o corse in ospedale. Nonostante questo io sono contento della persona che sono diventata crescendo e sicuramente il diabete è stato parte di questo percorso e non sarei come sono se non ci fosse stato. Sicuramente mi ha insegnato a gestire la pressione di dover prendere decisioni importanti o mi ha stimolato a non fermarmi alla prima difficoltà e che con l’impegno e l’allenamento si può ottenere tutto ciò che si vuole.

Hai avuto qualche momento si stanchezza con il tuo diabete? Come lo hai risolto?

I momenti di stanchezza ci sono stati, ci sono e ci saranno. L’origine di questi momenti è cambiata negli anni ma mi hanno aiutato ad accrescere la mia consapevolezza e a prendermi cura di me. Ho sempre cercato di avere una vita attiva e piena e a volte questo mi ha spinto a cercare il risultato più che il mio benessere. Ogni volta che succedeva il diabete era lì a ricordarmi che non dovevo farlo. Le prime volte era traumatico e non accettavo che potesse farmi “rallentare” ma crescendo ho capito che la soluzione era fermarsi e prendersi cura di sè, per il semplice motivo che la malattia stava semplicemente traducendo un messaggio che il mio corpo mi stava mandando. Ho sempre pensato che noi diabetici siamo degli atleti e che la nostra vita sotto diversi aspetti è molto simile a quella dei campioni professionisti. È vero che siamo in costante allenamento per capirci meglio e per riuscire a migliorarci ma nessuno vince la medaglia d’oro senza ascoltarsi e prendersi del tempo per riposare.

Oltre al diabete, cosa ci puoi raccontare della tua vita? 

Il diabete secondo me è un po’ come il condimento da mettere su un piatto cucinato. Può esaltare il sapore della pietanza o peggiorarlo ma la cosa più importante rimane ciò che c’è nel piatto. Per questo ho sempre pensato che la mia vita fosse molto più della malattia. Lei era sempre presente ma ho provato a darle il giusto peso in ogni situazione (purtroppo non sempre con successo, ma siamo umani dopotutto). Quindi c’è tanto oltre. Sono una persona dalle mille passioni e interessi. Sono un grande appassionato di musica. Ho avuto il piacere di organizzare eventi nella mia città che hanno avuto grande riscontro, anche a livello nazionale. Se volete andate a curiosare su YouTube cercando il canale “Carpe Riem” scoprirete un mondo, ve lo assicuro. Un’altra grande passione è quella legata allo sport che per me è sempre stato il farmaco più efficacie (insieme alla cara insulina). Negli anni ho praticato gli sport più disparati riuscendo anche a ottenere qualche piccola gioia sportiva.

Un’altra cosa che mi dà soddisfazione e che mi stimola è il mio lavoro. Mi piace lavorare in un ambiente accademico sempre in movimento e ad alto tasso di innovazione. Mi permette di rimanere aggiornato e stupito su tutto ciò che la scienza e lo studio possono raggiungere.

Cosa vuoi trasmettere con questo tuo sito o con il canale di YouTube?

La risposta a questa domanda si collega molto a quella data nella risposta precedente. Oltre al diabete nella mia vita ho sempre cercato di aiutare le altre persone ma prima di diventare “The Diabetic Surfer”, non avevo mai pensato di poter aiutare le persone che avevano il mio stesso problema. Ho acquisito consapevolezza del fatto che la mia storia assolutamente “normale” potesse aiutare qualche diabetico a convincersi che era possibile ottenere quello che volevano, che fosse un particolare lavoro, andare lontano da casa a studiare o semplicemente praticare uno sport che li aveva sempre intrigati. In sostanza voglio trasmettere la realtà delle cose, con il Diabete si può riuscire a fare quello che si vuole con tanto allenamento e pratica. Il tutto con qualche difficoltà in più e senza la necessità di strafare.

Cosa puoi dire a una mamma che ha appena ricevuto il diagnostico di suo figlio?

Forse questa domanda andrebbe fatta ai miei genitori ma proverò comunque ad immedesimarmi. Penso che le racconterei molte delle esperienze positive che ho avuto per dimostrarle che anche con tanti anni di diabete alle spalle è possibile vivere in maniera piena e felice. Oltre a questo la metterei anche in guardia su come è possibile farlo. Le direi che la padronanza della malattia non si otterrà con un processo veloce ma sarà pieno di esperimenti, brutte cadute e frustrazione ma non dovranno mai perdere di vista l’obiettivo finale.

E cosa puoi dire a un/a giovane che é stato/a appena diagnosticato/a?

Probabilmente gli direi che per quanto il diabete possa cambiare la vita e che certe cose non saranno più come prima, questo non vuol dire che la malattia cambierà ciò che lui/lei è e che non influenzerà ciò che vuole diventare. Il diabete è un incidente di percorso che cambia il modo di fare le cose ma non cambia ciò che si vuole essere. Dopotutto non esiste mai un solo modo per fare qualcosa, giusto? 

Dove possiamo trovarti nelle reti sociali?

Potete trovarmi su Facebook, Instagram, LinkedIn ma soprattutto YouTube (la mia piattaforma principale) cercando “The Diabetic Surfer”. Grazie per aver letto fino a qui e buone onde Surfers!

 

Studiare, lavorare, persino sognare, è possibile mentre si vive con il diabete di tipo 1… ed Immanuel ne è un chiaro esempio!

WRITTEN BY Estefanía Malassisi, POSTED 10/01/21, UPDATED 10/01/21

Mi chiamo Estefanía Malassisi. Vengo da Buenos Aires, Argentina. Mi trovate su instagram principalmente @estefiagos e su instagram @cuidardiabetes di CUI.D.AR Oggi sono una studentessa di medicina, come accennavo prima, sognando di essere una pediatra e una diabetologa infantile. Sono divertente, estroversa, con molto senso dell'umorismo. Mi piace ascoltare musica e stare all'aria aperta. Amo lo sport. Amo passare il tempo con i miei amici e la mia famiglia.