Qualcuno ha detto diabete e ciclismo?


 

Il ciclismo è sempre un’attività consigliata per chi vive con il diabete di tipo 1, ma è cosi semplice da gestire?

Il ciclismo è un’attività fisica di tipo aerobico quasi del tutto, ma al suo interno ha una componente anaerobica importante.

E’ vero che una gara di ciclismo dura dalle 3 alle 6 ore quindi il metabolismo aerobico è il principale quindi l’utilizzo di grassi da parte del corpo, ma dato il fatto che il livello è molto simile tra gli atleti, le gare si concludono spesso con degli sprint, quindi in questi casi la componente anaerobica e quindi l’utilizzo e l’accesso al metabolismo dei carboidrati è molto interessato.

Le linee guida da seguire sono quelle dell’ADA, ma durante una gara possono succedere molti imprevisti, come un ipoglicemia in un momento concitato o poco prima di una salita o nel bel mezzo di questa. O un iperglicemia poco prima di uno sprint.

Per evitare questi inconvenienti le strategie sono come sempre quelle del monitoraggio della glicemia costantemente, ora è possibile monitorare la glicemia direttamente dal ciclocomputer per chi utilizza i CGM, e dell’alimentarsi spesso per evitare di far rimanere il corpo senza rifornimenti energetici.

Ovviamente ci sono molte branche del ciclismo su strada come quello su pista o la MTB, ciclocross o BMX. Qui la differenza è che la durata degli sforzi è sicuramente minore ma l’intensità è molto maggiore, quindi l’utilizzo dei metabolismi energetici è soggetto a molte sollecitazioni poiché maggiore e l’intensità maggiore sarà la necessità del corpo di avere glucosio a disposizione.

Ovviamente questo in condizioni di partenza ideali per un diabetico, e soprattutto bisogna avere una grande attenzione nel dopo gara poiché il rischio di iperglicemia è molto elevato grazie al rilascio nel corpo degli ormoni iperglicemicizzanti come adrenalina.

Ciclista di riferimento: TEAM NOVO NORDISK

Con o senza il diabete devi conoscere come prepararti per evitare infortuni.

Rischi dovuti all’Attività Fisica

L’attività fisica come ogni medico suggerisce, fa bene al corpo e all’anima. Bisogna però capire che se non si è mai fatta nessun tipo di attività fisica il rischio di farsi male c’è. I rischi di infortunio sono soprattutto muscolari e articolari; i più frequenti per gli infortuni muscolari sono: contratture, stiramenti muscolari e strappi muscolari, dovuti molto spesso ad un eccesso di attività fisica senza rispettare i dovuti riposi.

Altra tipologia di infortuni sono quelli articolari ed i più frequenti sono le lussazioni, ovvero le articolazioni perdono la loro compattezza momentaneamente, per poi incorrere in infortuni gravi come le fratture ossee.

Discorso diverso è per l’attività agonistica, poichè il rischio di incappare in infortuni è molto alto, poiché i gesti le intensità e le durate sono molto aumentate e di conseguenza la possibilità di incappare in un infortunio di tipo articolare o muscolare sono molto elevate.

Cosa fare per limitare il rischio di infortunio?

Fare un riscaldamento globale che interessi tutti i distretti del corpo, il riscaldamento deve essere graduale per intensità, ovvero iniziare in modo blando per terminare il riscaldamento con un intensità abbastanza alta. Questo per portare il corpo a livello cardiovascolare e osteoarticolare pronto ad affrontare l’attività che dovrà affrontare. I riscaldamenti suggeriti sono di solito o la bike o il treadmill, ma anche il vogatore e se non si ha a disposizione nessun macchinario l’esercizio globale ideale è il burpees.

Altro suggerimento è quello di conoscere il proprio stato di salute, perché altrimenti si tende a strafare e facendo ciò il rischio di infortunio aumenta di tantissimo.

L’attività fisica ovviamente è sempre consentita ma è buona norma effettuare una visita dal medico sportivo per ottenere l’idoneità fisica, a maggior ragione se si ha intenzione di partecipare a gare o competizioni, le quali senza idoneità non sono permesse.

WRITTEN BY Davide Cirelli, POSTED 01/17/23, UPDATED 01/27/23

Ciao a tutti mi presento sono Davide Cirelli, ho 29 anni sono laureato in scienze motorie e sportive con specializzazione in attività motoria preventiva ed adattata. Sono diabetico dall’età di 6 anni e faccio parte come atleta di ANIAD, ovvero la nazionale diabetici italiana. Sono calciatore della nazionale oltre che per passione, runner e ciclista. Ho sempre praticato attività sportiva agonistica giocando a calcio, calcio a 5, e facendo allenamenti cross come corsa, ciclismo e palestra. Utilizzo come supporto al diabete il sensore cgm freestyle libre e come microinfusore il sistema omnipod. [email protected]