Marco Angeletti: “Il treno prima o poi passa e bisogna sempre salire”.


 

Marco: Calciatore, convive con il diabete da quando aveva 7 anni e ci trasmette l’importanza di prendersi cura di noi stessi per raggiungere i nostri sogni.

Grazie Marco per il tuo tempo! È un piacere conoscerti! Parlaci un po’ di te, quanti anni hai, da quanto tempo hai il diabete di tipo 1, e sei calciatore della Spezia, giusto? Da quanto tempo, e in quale posizione ti distingui?

Mi presento, mi chiamo marco e ho 20 anni. Sono un calciatore nel ruolo di portiere e gioco, fino all’anno scorso giocavo per la Spezia, e da quest’anno sono a Pontedera, e ho il diabete di tipo 1, dall’etá di 7 anni, quindi dal 2008, più precisamente dal Dicembre del 2008. 

Com’é arrivato il diabete alla tua vita? Come sono stati i tuoi primi passi in questo nuovo mondo?

Il diabete nella mia vita é arrivato diciamo un po’ cosi all’improvviso, perché quando iniziai ad avvertire i primi sintomi, diciamo io assieme alla mia famiglia, non ce ne siamo resi subito conto, non davamo tanto peso a questi sintomi che potevo avere, come la tanta sete, in un periodo che era strano, perche era noviembre/dicembre, quindi era giovane avvertimento questo. Diciamo che si é scoperto così per puro caso nel periodo natalizio, poco prima del natale. Diciamo che non ha influito più di tanto nella mia vita, o al meno da ragazzo, da bambino che ero, perché a 7 anni, come ogni bambino ero goloso, mi ha un po’ sconvulsolato, peró crescendo col tempo ho imparato a conviverci e ad adeguarmi a questa, chiamiamola tra parentesi malattia, perché alla fine, siamo uguali a qualsiasi altra persona, con qualche piccola limitazione, io penso.

Come sei riuscito a combinare il diabete con lo sport e l’allenamento, che probabilmente comporta molto sforzo físico?

Combinare lo sport e l’allenamento con il diabete non é stato molto difficile. Diciamo che ho sempre cercato di monitorare il livello delle glicemie costantemente, ovvero prima di entrare in campo, durante l’allenamento almeno una volta, e subito dopo l’allenamento, quando uscivo dal campo, dalla palestra. Sicuramente comporta uno sforzo molto físico, infatti cerco di mantenere la glicemia leggermente più alta dei valori normali, in modo tale di non rischiare un’ipoglicemia, ma nemmeno di andare in iperglicemia.

Hai avuto situazioni difficili da gestire, qualche ipoglicemia nel mezzo di una partita?

Purtroppo sì, è avvenuto che durante una partita, io avessi bisogno di zucchero, comunque di un succo a causa di un’ipoglicemia. Chiesi all’arbitro di interrompere un secondo il gioco, per fare intervenire i fisioterapisti e i dottori, in modo tale da poter bere o comunque utilizzare dello zucchero. Non me lo dimenticherò mai perché fu una scena un po’ stravagante per molti perché non é o non si vede molto spesso di interrompere una partita perche c’é un ragazzo diabético in campo. Anzi, si vede poche volte, però fortunatamente é successo solo una volta e poi il più delle volte, il livello della glicemia é regolare. 

Hai una preparazione precedente? Per esempio iniziare una partita con un valore più alto di glucosio nel sangue, o qualcosa del genere?

Assolutamente sì, perché io sono uno che é abbastanza teso prima delle partite, e ha paura di rischiare un’ipoglicemia. Infatti molto spesso, prima delle partite, tendo sempre a mantenere i livelli glicemici un po’ più alti del normale, perché anche dopo il riscaldamento la glicemia mi scende a picco e così non rischio mai l’ipoglicemia. Tendo sempre a mantenerla un po’ più alta, sempre non esagerando, ma in modo tale che non mi scenda subito a picco dopo il riscaldamento. E poi normalmente la rimisuro a metà partita, e a fine partita per poter gestirmi con l’insulina da iniettarmi.

Usi qualche tipo di dispositivo, come una microinfusora, o un sensore? Se non usi, per che? E se usi, a cosa ti aiuta?

Come dispositivi uso un microinfusore, che mi aiuta sicuramente moltissimo, che almeno sotto l’aspetto delle punture perché con il microinfusore, diciamo la puntura viene 1 volta sola ogni 3 giorni, poi ho 300 unità da distribuire io tramite un solo buco, quindi questo microinfusore sicuramente mi é molto molto utile. E come sensore diciamo che ormai é un’anno e mezzo che non lo utilizzo più perché mi disturbava un po’ durante l’allenamento perché essendo più grande del cerotto del microinfusore, mi disturbava quando facevo delle parate. Perciò ho deciso di non utilizzarlo più, ma sicuramente lo riprenderò perché il sensore é uno strumento che ti aiuta tanto tanto, e aiuta anche per evitare di bucarsi più volte il dito per la misurazione dei valori glicemici.

Abbiamo capito che il diabete non ti impedisce di raggiungere i tuoi sogni, quale pensi sia la chiave per raggiungere quei sogni oltre il diabete?

Sicuramente il diabete, come qualsiasi altra malattia, non deve impedire alle persone di poter sognare, di poter raggiungere i propri obiettivi, perché io adesso parlando del diabete, ovvero la malattia che ho io, come ho definito prima, secondo me non é una malattia, ma una piccola limitazione sotto un aspetto che può essere quello dell’alimentazione e leggermente física. Quindi secondo me la chiave per raggiungere i propri obiettivi é sempre quella di controllarsi e di non trascurarsi mai. E poi dare siempre al massimo in ogni cosa che si fa.

Cosa potresti dire a un bambino che vuole giocare al calcio professionalmente? 

Questa é una domanda a cui mi sarebbe sempre piaciuto rispondere perché da bambino anch’io chiedevo le stesse cose alle persone più grandi che vedevo, che incontravo. Sicuramente come ho detto prima, può sembrare banale, ma non smettere mai di sognare, credere sempre in quello che si fa. E anche se ci possono essere momenti di difficoltà, mai mollare e lavorare sempre sodo perché il lavoro paga, e prima o poi, il momento giusto arriva, il treno prima o poi passa e bisogna sempre salire.

Hai qualche rete sociale sulla quale possiamo trovarti e seguirti? 

Assolutamente sì, come reti social sono presente su Facebook come Marco Angeletti, sulla rete social Instagram come @_marcoangeletti_ e dove ogni tanto pubblico dei video dove gioco e mi diverto soprattutto. Quindi se volete seguirmi fate un passo, ne sarei molto felice. Grazie mille per l’intervista!

Sognare non è mai una brutta cosa, sia che abbiamo il diabete o no. L’importante è lavorare per quel sogno, lottare per esso e non arrendersi mai e poi mai.

WRITTEN BY Estefanía Malassisi, POSTED 12/13/21, UPDATED 01/18/23

Mi chiamo Estefanía Malassisi. Vengo da Buenos Aires, Argentina. Mi trovate su instagram principalmente @estefiagos e su instagram @cuidardiabetes di CUI.D.AR Oggi sono una studentessa di medicina, come accennavo prima, sognando di essere una pediatra e una diabetologa infantile. Sono divertente, estroversa, con molto senso dell'umorismo. Mi piace ascoltare musica e stare all'aria aperta. Amo lo sport. Amo passare il tempo con i miei amici e la mia famiglia.