Diabete di tipo 1: vite parallele


 

Una nuova realtà perché la vita con il diabete è diversa, la quotidianità è diversa… il diabete è lo stesso, ma l’ambiente, la visione del mondo, è diversa.

Ognuno vive il diabete come vuole e come può… ma senza dubbio l’ambiente, le circostanze, le possibilità, ci condizionano.

Quali realtà esistono?

Il mondo è complesso e lo è anche la vita di molte persone che vivono con un ospite che è qui per restare e che non possiamo semplicemente salutare o chiedere di essere lasciati in pace, almeno per un momento.

Ma dicevamo che le situazioni sono diverse, siamo in un 2023 in cui ci sono Paesi del mondo che ancora oggi lottano per una copertura sanitaria equa, un 2023 in cui l’insulina in molti luoghi non è ancora un diritto, ma un lusso per pochi.

Poco più di 100 anni fa Frederick Banting disse: “L’insulina non appartiene a me, appartiene al mondo”. Le persone su questo pianeta si aspettano ancora che questo ormone, questo liquido che ci permette di vivere, appartenga a loro.

Un’altra realtà è quella di coloro che hanno un accesso quasi completo, o di quelle persone che hanno attraversato diverse tappe nel corso del trattamento del diabete. Persone che applicavano l’insulina con una siringa, che arrivava in flaconi, che non potevano toglierla dal frigorifero in nessun caso, che dovevano “rotolarla tra le mani” prima di applicarla, per omogeneizzarla… Un tempo in cui il lusso era imparare a mescolare l’insulina, veloce e lenta, e poter così evitare gli aghi.

Era un’epoca un po’ in bianco e nero, un’epoca in cui gli apparecchi impiegavano circa 45 secondi per dare un valore di glicemia, apparecchi che avevano bisogno di una goccia di sangue per le loro strisce reattive, apparecchi che la cosa più moderna che avevano era la luce sullo schermo, che era così utile quando andavamo al cinema.

Tutti coloro che hanno vissuto tutto questo sono quelli che oggi si interrogano sulle nuove tecnologie, sono quelli che non ricordano una vita senza misurazioni, una vita in cui non c’era il conteggio dei carboidrati come lo conosciamo oggi, una vita in cui vivere con il diabete era diverso.

E ora, in questa nuova “era tecnologica”, abbiamo un nuovo paradigma. Un paradigma in cui le tecnologie – sensori, microinfusori, insuline sempre più veloci o più durature – sono arrivate a calcare la tavola. Nuove tecnologie che ci dimostrano che la ricerca continua e che la bioingegneria può essere la chiave per la gestione delle patologie croniche.

In questa nuova era, non ci sono dubbi su come evitare le punture, non importa quanti anni hai o quanto “vecchio” sia il tuo diabete, la prima cosa ad essere presa di mira sono i dispositivi, i sensori, le pompe….

E a questo punto, con pensiero critico, cerchiamo di mettere in scacco la regina e il re, a questo punto quelli di noi che stanno attraversando un’intera era di trattamenti, si chiedono se dare tutta la tecnologia da un giorno all’altro a una persona con una nuova diagnosi sia la cosa giusta da fare?

Rendere tutto disponibile renderà in qualche modo la vita con il diabete un po’ più “facile”, un po’ più “sopportabile”? È fantastico! Ma cosa succede se un giorno quel sensore che si usa dal minuto zero non lo si ha più? O se un giorno quel microiniettore si danneggiasse e la persona dovesse assumere insulina con iniezioni multiple, sarà pronta ad affrontarlo? Capirà che quella era la vita originaria con il diabete?

Sarebbe come andare al villaggio dei nostri antenati, per capire perché erano come erano… Nel mio caso posso assicurarvi che andare a Tornareccio, a pochi chilometri da Chieti, mi ha fatto capire perché mia nonna dava tanta importanza e cura al cibo e perché oggi sono identica a lei sotto questo aspetto.

La tecnologia è senza dubbio il nuovo modo di vivere il diabete, ma tornare alle radici, alle origini, può essere la chiave per capire meglio questa nuova realtà, per apprezzare e comprendere quanto sia un vero lusso avere a disposizione la tecnologia e tutte le informazioni che ci fornisce.

In conclusione, brindo per….

  •  La salute di chi ha l’insulina a portata di mano, affinché non sia più un lusso.
  • Tutte le persone che vivono con il diabete che possono accedere alle informazioni e all’educazione di cui hanno bisogno per intraprendere questa nuova strada.
  • Una realtà più giusta ed equa, senza privilegi e lussi.
  • Un primo passo com’è quello di capire cos’è il diabete di tipo 1.

WRITTEN BY ESTEFANIA MALASSISI, POSTED 04/17/23, UPDATED 04/17/23

Mi chiamo Estefanía Malassisi. Vengo da Buenos Aires, Argentina. Mi trovate su instagram principalmente @estefiagos e su instagram @cuidardiabetes di CUI.D.AR. Oggi sono una studentessa di medicina, come accennavo prima, sognando di essere una pediatra e una diabetologa infantile. Sono divertente, estroversa, con molto senso dell'umorismo. Mi piace ascoltare musica e stare all'aria aperta. Amo lo sport. Amo passare il tempo con i miei amici e la mia famiglia.