Di provare e di farlo perchè si può
Antonio è appassionato di ciclismo e oggi viene a condividere la sua esperienza con noi.
Ciao Antonio! Grazie mille per il tuo tempo! Puoi parlarci un po’ di te, quanti anni hai, da quanto tempo hai il diabete di tipo 1?
Ciao, grazie a voi per l’opportunità di condividere la mia esperienza. Abbiamo già detto che sono Antonio, ho 30 anni e sono diabetico da 7 anni.
Com’é arrivato il diabete alla tua vita? Come sono stati i tuoi primi passi in questo nuovo mondo?
Il diabete, un po’ come per tutti credo, è arrivato nella mia vita totalmente all’improvviso, era fine agosto ed avevo notato un leggero calo di peso e tanta sete, però a quest’ultima non avevo dato peso poichè uscivo in bici e la combinazione Agosto/Bici porta a buttar giù tanti liquidi. All’improvviso però in 2/3 giorni la sete era diventata una costante, mangiavo un quantitativo spropositato di cibo senza sentirmi mai sazio e continuavo a perdere peso, 10kg in 4 giorni.
Vado dal medico, stick per la glicemia e il glucometro simpaticamente mi saluta con un inglese informale: “HI”, corsa in ospedale, esami vari, prima insulina ed eccomi qui, fortunatamente a raccontarlo perchè ho scoperto poi che al momento del ricovero la glicemia era a 696 mg/dl.
Sei appassionato del ciclismo, come sei riuscito a combinare il diabete con lo sport e l’allenamento, che probabilmente comporta molto sforzo físico?
Ciclismo e diabete sono una bella sfida, i parametri da considerare sono infiniti: stato di preparazione, glicemia di partenza, macro nutrienti ingeriti il giorno prima, temperatura esterna, percorso, propria tendenza glicemica durante l’arco della giornata. Insomma, c’è da mettere insieme tutto quanto, fare un po’ di calcoli che arrivano poi solo dopo esperienze sul campo e sperare che le gambe girino come vorresti quel giorno, altrimenti ti tocca ricalcolare mentre sei in sella. Però se sono qui a raccontarlo significa che si può fare.
Hai avuto situazioni difficili da gestire, qualche ipoglicemia nel mezzo di una gara?
Situazioni che mi hanno costretto a fermarmi e fare la telefonata a casa no, è capitato qualche volta però che abbia sbagliato a fare i calcoli e magari mangiato un po’ di più per poi scoprire che le gambe non erano appostissimo e quindi mi sono fermato a fare magari qualche piccola dose di insulina rapida per mandare giù la glicemia e riprendere. In questi casi a muscolo caldo basta davvero pochissima insulina per riportarti giù in modo da poter anche riprendere a mangiare e quindi riprendere le energie per rifar girare le gambe
Hai una preparazione precedente? Per esempio iniziare una gara di molti kilometri con un valore più alto di glucosio nel sangue, o qualcosa del genere?
Da che ho memoria sono sempre andato in bici ma è dopo il diabete che ho iniziato a studiare il ciclismo in modo più strutturato. Lavorando, seguo piani che mi portano ad allenarmi 4 giorni su 7 indoor per poi uscire per dei giri più lunghi durante il weekend e magari inserendo anche lunghe camminate in montagna come defaticamento. Come dicevo ci sono mille fattori da valutare, forse quello che più influisce è proprio la tipologia di percorso. È importante pianificare bene l’uscita e sapere cosa aspettarsi in ogni momento perchè è in funzione di quello che vai a ingerire carboidrati e il tipo di carboidrato. Per esempio se appena parti hai subito una bella salita lunga sarà diverso il cibo da ingerire rispetto a se hai tratti di pianura o di discesa.
Usi qualche tipo di dispositivo, come una microinfusora, o un sensore? Se non usi, perché? E se usi, a cosa ti aiuta?
Uso solo il sensore con il quale riesco a vedere la glicemia sul ciclocomputer e ciò aiuta tantissimo. Ho provato il microinfusore in passato ma non ci siamo piaciuti e sono ritornato alla multi-iniettiva con la quale mi trovo decisamente meglio anche come ingombro fisico durante lo sport. Insomma è la mia.
Sulla bici mi aiuto con vari sensori per capire “come” pedalo. In base a questi valori riesco con più o meno precisione a prevedere come potrebbe variare la glicemia. Uso un misuratore di potenza e di cadenza e la fascia cardio. Questi valori combinati mi permettono di capire quale sforzo stò affrontando in quel momento e prevedere la curva glicemica in funzione di cosa ho mangiato o cosa andrò a mangiare o bere e in funzione del percorso fatto e da fare.
Ti sei mai stufato del diabete? Come lo hai risolto?
Come per tutti credo ci siano i momenti no, capita soprattutto quando fai tutto giusto (almeno così credi) e invece poi i numeri sul glucometro dicono altro.
A volte sembra un bimbo dispettoso ed è frustrante. Anche in merito alla bici, è stancante a ogni allenamento o ogni uscita calcolare queste mille variabili, sarebbe bello a volte vestirsi, salire in sella e andare. Pensare solo a pedalare, invece, ora pedalare è solo una minima parte delle cose da fare. Quello che poi ti spinge a riprendere in mano tutto è che non hai un piano B, lui c’è e ci sarà per sempre quindi devi per forza fare, se non lo fai è solo amore che togli a te stesso.
Cosa potresti dire a un bambino che vuole dedicarsi al ciclismo?
Di provare e di farlo perchè si può. Non farsi scoraggiare dai valori che, soprattutto le prime volte, non tornano. Ci sono tante cose da calcolare però ce la si fa e la soddisfazione di rientrare a casa dopo un’uscita in cui hai raggiunto gli obiettivi che ti eri prefissato è veramente una di quelle sensazioni che ti mette in pace con te stesso e ti spinge a fare sempre meglio per poter continuare a sentire quella sensazione. Il magico potere delle endorfine.
Hai qualche rete sociale sulla quale possiamo trovarti e seguirti?
I canali sui quali sono più attivo e sui quali condiviso le mie attività sono:
Instagram: https://www.instagram.com/antoniot1d/
Strava: https://www.strava.com/athletes/74712246
La riflessione si ripete, il diabete non ci impedisce di realizzare i nostri sogni, di raggiungere i nostri obiettivi, è tutto nelle nostre mani.